La Tetraktys  è la rappresentazione del numero 10 data da Pitagora: somma dei primi quattro numeri (1+2+3+4=10), è immagine della totalità in movimento e simbolo della creazione universale, “in cui si ritrovano la fonte e la radice dell’eterna Natura”. 
Nella nostra epoca di estremi contrasti e tensioni che coinvolgono l’intero pianeta, lo spettacolo si interroga sulla nascita della società. Alla teoria contrattualistica, secondo la quale l’uomo non è socievole per natura, anzi per istinto cerca di prevalere sugli altri con la forza e con l’astuzia, fa da contraltare il “lume della ragione”, la responsabilità individuale nella formazione di ogni società.I personaggi si muovono in una scenografia che rappresenta il momento di estremo compromesso tra la natura e la società; i testi sono liberamente ispirati alla pièce teatrale La Dispute, di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux (1688-1763) ed all’epopea tradizionale indiana  Mahabharata, che pure ha influenzato le scelte di alcuni costumi. Proponendo Tetraktys alle scuole si intende fornire il pretesto per una serie di corollari didattici da approfondire nelle varie discipline (matematica, arte, sociologia, filosofia, musica, letteratura). 
Nel balletto si intersecano i linguaggi della danza, della prosa e del canto. Tetraktys mette in scena le tappe della scoperta di sé ( riferimento al numero 1) e dell’altro, con la nascita dei rapporti di seduzione e di complicità (riferimento al numero 2) e di rivalità, la delusione del tradimento e la fiamma della gelosia (riferimento al numero 3). L’intrecciarsi della vicenda porta i quattro protagonisti, dapprima isolati, verso la formazione del gruppo (riferimento al numero 4). Nella società si manifestano gli istinti e le pulsioni dell’uomo: aggregazione, emarginazione del “diverso”, paura dell’ignoto, lotta per la supremazia, divisione in fazioni, l’inevitabile guerra e la morte.
Il futuro è affidato ad ogni nuova nascita, all’inizio della Tetraktys in ogni nuova vita.
 
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