(—) Che mettere in scena quest’opera, per di più con pochi mezzi, non fosse facile era ben chiaro. Eppure la regista Deda Cristina Colonna, che ha un passato di frequentazione con il teatro musicale barocco più che consolidato, anche come coreografa, riesce brillantemente nell’impresa coadiuvata da Gabriele Vanzini per le scene, da Monica Iacuzzo per i costumi e da Vincenzo Raponi per le luci. Si affida anche alla Compagnia Altretracce di teatro d’ombre e, attraverso silhouettes di templi, imbarcazioni, giardini e immagini di eroi, evoca il mito e le bellezze di Cartagine e della sua fascinosa Regina con raffinatezza figurativa, ma anche con dinamismo nella recitazione dei personaggi, che colmano con sapienza una scena spoglia, arredata solamente con due scalinate munite di praticabili, dove troneggia una sfinge alata, e scheletriche impalcature attorno alle quali, con un gioco di tendaggi, la regista costruisce scena dopo scena l’opera senza generare mai noia, ottenendo dai cantanti una recitazione di plastica eleganza e fluida scorrevolezza. (…)
Alessandro Mormile
http://www.agendadomani.it/?p=5587
 
(…) La messinscena è a basso costo, ma con soluzioni efficaci: la regista Deda Cristina Colonna, validamente supportata da Gabriele Vanzini (scene), Monica Iacuzzo (costumi) e Vincenzo Raponi (luci), ha saputo creare un insieme spesso suggestivo, aiutandosi abbondantemente con proiezioni e giochi di luci. Peccato che, presumibilmente per questioni di budget, le repliche siano così poche, perché questa rarità musicale meriterebbe di essere conosciuta da un numero maggiore di spettatori. (…)
Roberta Manetti
http://www.firenzepost.it/2017/01/08/firenze-tutto-esaurito-e-molti-applausi-per-la-didone-abbandonata-al-teatro-goldoni/
 
(…) A districarsi in questo libretto dai numerosi intrecci è stata chiamata Deda Cristina Colonna, che ha già firmato allestimenti di opere barocche in alcuni importanti teatri e festival europei. La regista-coreografa e i suoi collaboratori realizzano un allestimento lineare, rimanendo fedeli alla drammaturgia del libretto. La scena scarna di Gabriele Vanzini è composta su un lato da una scala con una sfinge di ispirazione più settecentesca che egizia, e sull’altro da una serie di tubi innocenti montati come a formare il perimetro di un edificio chiuso, mentre sul fondale bianco vengono proiettati attraverso giochi di ombra e di luce alcuni modellini di edifici classici o figure di guerrieri e navi. I costumi di Monica Iacuzzo tendono a diversificare i personaggi appartenenti alla corte di Didone, incluso Enea, da Iarba e Araspe, provenienti da un regno diverso; mentre i primi infatti presentano un abbigliamento classico, quasi romano, gli altri due sono vestiti come dei barbari arricchiti, con abiti scuri e borchiati.
Su questa dicotomia si basa anche tutto il gioco registico dei movimenti che vedono i cartaginesi atteggiarsi con grandezza e imperiosità, con movenze più pausate e “occidentali”, mentre Iarba è tratteggiato come una sorta di selvaggio che mostra i denti, spinge tutti e si muove spesso in modo viscido, quasi come fosse un serpente. (…)
Filippo Antichi
http://www.connessiallopera.it/recensioni/2017/firenze-teatro-goldoni-didone-abbandonata/
 
(…) La regia di Deda Cristina Colonna  è caratterizzata da una scenografia “essenziale” e a tratti un po’ statica, ma nel complesso più che adeguata a rendere l’atmosfera del dramma: una città “in fieri” animata con straordinaria abilità dal gioco di ombre curato dalla Compagnia Altretraccee dalle luci di Vincenzo Raponi.  Sicuramente d’effetto anche il movimento scenico dei personaggi e la loro gestualità. I costumi di Monica Iacuzzo sono una gradevole sintesi tra modernità e tradizione. Nel complesso dunque giudizio ampiamente positivo anche per regia e scenografia.
Uno spettacolo davvero memorabile, che si spera ricollochi nella giusta posizione quello che si può definire un capolavoro ritrovato. (…)
Domenico Del Nero
http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=8637&categoria=1&sezione=8&rubrica=8
 
(…) La regia di Deda Cristina Colonna, alle prese con una vicenda costituita in minima parte da fatti, eventi drammatici, e nella quasi totalità da sentimenti e affetti, si dedica a questi ultimi, curando, mediante le sfumature gestuali, la caratterizzazione psicologica, e ci riesce, con l’apporto fondamentale di una compagnia di solisti formata da ottimi attori, dotati di grande padronanza della scena, con punte di notevole personalità. (…)
Filippo Bozzi
http://www.gbopera.it/2017/01/firenze-teatro-goldoni-didone-abbandonata/
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